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Cos’è l’intimazione di pagamento Equitalia

L’intimazione di pagamento Equitalia è un documento che viene notificato da Equitalia, società pubblica incaricata della riscossione dei tributi, multe e contributi INPS su tutto il territorio nazionale, quando è trascorso più di un anno di tempo dalla notifica della cartella esattoriale al contribuente, ancora non sia stato effettuato il pagamento e la società incaricata alla riscossione del credito non abbia iniziato un procedimento forzato per il suo recupero.

Quest’atto precede il procedimento con il quale si richiede il pignoramento o l’iscrizione ipotecaria su un immobile di proprietà del contribuente.

Notifica dell’intimazione di pagamento Equitalia

La notifica dell’intimazione di pagamento Equitalia è fondamentale per rendere ufficiale quest’atto e poter successivamente eventualmente procedere con la richiesta di esecuzione forzata.

Dalla data di avvenuta notifica la società incaricata della riscossione del tributo ha 180 giorni di tempo per richiedere ad un giudice un provvedimento esecutivo, trascorso il quale non è più possibile procedere ad un’esecuzione forzata senza un’ulteriore notifica di intimazione.

L’intimazione di pagamento per essere considerata valida deve contenere tutti i dati relativi alla cartella esattoriale cui si fa riferimento, in quanto in assenza di questi dati si viola il diritto di difesa del contribuente, portando a nullità dell’atto notificato.

Tra i dati indispensabili che devono essere contenuti nell’intimazione di pagamento devono esserci il nominativo della società incaricata alla riscossione del credito, con indicazione precisa della sede che ha emesso l’avviso; i dati precisi e completi del contribuente, ossia codice fiscale, nome, cognome ed indirizzo; il numero, la data e l’importo dell’avviso esattoriale cui si fa riferimento; una tabella dettagliata degli importi richiesti, il nominativo del responsabile del procedimento; l’avviso del termine di pagamento oltre il quale si richiede il pignoramento e la possibilità di poter presentare opposizione all’intimazione di pagamento per vizi propri dell’avviso.

A questi deve essere allegato il documento di avvenuta notifica compilato in ogni sua parte.
Così come indicato nella Legge del 7 agosto 1990 n. 241, all’articolo 3, all’intimazone di pagamento deve essere allegata obbligatoriamente la cartella di pagamento richiamante il credito richiesto per permettere al contribuente di potersi difendere.

La mancanza di uno di questi dati rende nullo l’avviso d’intimazione.

Intimazione di pagamento entro 5 giorni Equitalia

L’intimazione di pagamento Equitalia prevede che il debito debba essere saldato entro cinque giorni dalla notifica dell’atto per non incorrere in un procedimento di esecuzione forzata.

Nel caso in cui la cartella a cui fa riferimento l’intimazione di pagamento già sia stata pagata basta recarsi in una sede Equitalia portando con sè la ricevuta del pagamento, la cartella esattoriale e la notifica d’intimazione.

Sarà cura del personale Equitalia provvedere a registrare il pagamento ed annullare l’avviso.

Occorre prestare molta attenzione alle intimazioni di pagamento che, in molti casi non indicano il nominativo del responsabile del procedimento, elemento fondamentale per rendere valido l’atto notificato, in quanto è un punto di riferimento in caso di ricorso da parte del contribuente e soprattutto un obbligo di legge.

Nel caso in cui l’intimazione di pagamento viene notificata quando già è stato avviato un processo di richiesta rateizzazione dell’importo da pagare l’intimazione è da considerare nulla.

Cosa controllare per presentare opposizione all’intimazione di pagamento Equitalia

Per presentare opposizione di pagamento Equitalia è possibile rivolgersi ad un centro di assistenza fiscale per verificare se l’atto presenta vizi di forma che, nel caso siano presenti, permettono di potersi opporre all’intimazione stessa.

Tra questi ci sono l’intimazione per una cartella esattoriale che non è mai stata notificata, quella per importi richiesti che nel corso degli anni sono andati in prescrizione o quella per cifre richieste errate.

L’opposizione all’intimazione, a differenza dell’opposizione alla cartella esattoriale per la quale è presente un limite temporale entro il quale è possibile presentare ricorso, può essere presentata in qualsiasi momento fino alla chiusura del procedimento di esecuzione forzata.

A seconda del tipo di tributo, multa o contributo previdenziale oggetto della cartella esattoriale saranno diversi i termini che portano alla prescrizione del credito: il canone Rai è soggetto a prescrizione dopo dieci anni dall’ultima notifica di pagamento, le multe sono soggette a prescrizione dopo cinque anni dall’ultima notifica di pagamento, l’imposta ipocatastale è soggetta a prescrizione dopo dieci anni dall’ultima notifica di pagamento, il bollo auto è soggetto a prescrizione dopo tre anni dall’ultima notifica di pagamento, l’imposta di registro è soggetta a prescrizione dopo dieci anni dall’ultima notifica di pagamento, la Tasi è soggetta a prescrizione dopo cinque anni dall’ultima notifica di pagamento, l’imposta sul valore aggiunto è soggetta a prescrizione dopo dieci anni dall’ultima notifica di pagamento, l’imu è soggetta a prescrizione dopo dieci anni dall’ultima notifica di pagamento, l’imposta sul reddito delle persone fisiche è soggetta a prescrizione dopo dieci anni all’ultima notifica di pagamento, l’Ici è soggetta a prescrizione dopo cinque anni dall’ultima notifica di pagamento, i diritti camerali sono soggetti a prescrizione dopo dieci anni dall’ultima notifica di pagamento, l’imposta regionale sulle attività produttive è soggetta a prescrizione dopo dieci anni dall’ultima notifica di pagamento, l’imposta sui rifiuti è soggetta a prescrizione dopo cinque anni dall’ultima notifica di pagamento, i contributi INPS sono soggetti a prescrizione dopo cinque anni dall’ultima notifica di pagamento, l’imposta sull’occupazione di suolo pubblico è soggetta a prescrizione dopo cinque anni dall’ultima notifica di pagamento ed i contributi INAIL sono soggetti a prescrizione dopo cinque anni dall’ultima notifica di pagamento.

Per sapere con precisione se una cartella esattoriale è andata in prescrizione si può richiedere un estratto di ruolo, fornendo codice fiscale e dati identificativi del contribuente, nel quale viene evidenziata tutta la situazione debitoria individuale con le date di notifica dei singoli avvisi.

Nel caso in cui siano scaduti i termini per richiedere il credito la cartella è nulla, in quanto i termini di prescrizione della cartella esattoriale sono gli stessi di quelli per la prescrizione del tributo richiesto nell’avviso di pagamento.

A chi rivolgersi per presentare opposizione all’intimazione di pagamento Equitalia

Nel caso in cui la cartella sia andata in prescrizione l’intimazione di pagamento è un procedimento illegittimo al quale il contribuente può opporsi.

In questi casi occorre rivolgersi ad un avvocato contestando il pignoramento tramite la commissione regionale tributaria competente, per le cartelle richiedenti importi relativi a tributi, al tribunale sezione lavoro, per le cartelle richiedenti importi relativi a contributi, al Giudice competente per l’esecuzione oppure al Giudice di pace.

Sarà cura dell’avvocato valutare in ogni singolo caso a quale ente occorre presentare istanza di opposizione.

Come si può ben vedere sono tanti i casi in cui le cartelle esattoriali che vengono spedite ai contribuenti sono improprie, per cui prima di pagare è sempre opportuno recarsi da un professionista per farsi aiutare a verificare se gli importi richiesti sono realmente dovuti.

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